Costruire non basta. Occorre progettare il benessere.
Nel mondo dell’edilizia moderna, la vera differenza non è più solo nella solidità strutturale, ma nella qualità dell’ambiente interno.
Oggi, parlare di sostenibilità significa parlare anche di comfort termico, acustico, visivo e respiratorio: parametri che incidono direttamente sulla salute, la produttività e la percezione di benessere di chi abita o lavora in uno spazio.
Secondo la norma UNI EN ISO 7730:2006, il comfort termico è “quella condizione mentale di soddisfazione nei riguardi dell’ambiente termico”.
In altre parole, non è un dato tecnico, ma una sensazione misurabile attraverso indicatori oggettivi come:
PMV (Predicted Mean Vote) → rappresenta la sensazione media di caldo o freddo percepita da un gruppo di persone;
PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied) → stima la percentuale di persone insoddisfatte delle condizioni ambientali.
Questi due indici – oggi alla base della progettazione del comfort – aiutano a comprendere che il vero obiettivo dell’edilizia sostenibile non è solo contenere i consumi, ma garantire il benessere psicofisico degli occupanti.
La temperatura, l’umidità, l’irraggiamento, la ventilazione e persino l’attività svolta influenzano la percezione di comfort.






Bisogna cambiare approccio
Per questo, prima di costruire, è fondamentale valutare la qualità dell’ambiente interno, progettando edifici che mantengano condizioni ottimali tutto l’anno, con consumi contenuti e un impatto ambientale minimo.
Comfort e sostenibilità non sono più due concetti distinti, ma due facce della stessa progettazione consapevole. Il futuro dell’edilizia è nella capacità di creare spazi che non solo durano, ma fanno stare bene.

