Diagnostica dell’edificio
Principi e pratiche fondamentali prima di una ristrutturazione.
Martelli Daniele
12/2/20255 min read


Introduzione
Le indagini preliminari su un edificio da ristrutturare e le analisi dei materiali edili svolte in laboratorio sono spesso considerate una spesa superflua e una perdita di tempo. Tuttavia, la diagnostica su opere edili sta assumendo un’importanza crescente, destinata a rafforzarsi negli anni futuri. Esiste una differenza sostanziale tra l’approccio adottato per la costruzione di un nuovo edificio e quello necessario per la ristrutturazione di una struttura esistente, in particolare se si tratta di edifici storici o di vecchi palazzi. Ignorare tale differenza può portare ad errori e danni alle strutture.
Nella costruzione di nuovi edifici, si dispone di planimetrie dettagliate e di una sequenza di attività ben definita. Al contrario, la ristrutturazione di strutture esistenti implica il confronto con un tessuto costruttivo già presente, spesso documentato in modo incompleto o parziale. Le condizioni di degrado di un edificio possono emergere solo durante i lavori, rendendo fondamentale una diagnosi accurata e documentata dello stato reale della costruzione, che tenga conto anche delle mutazioni avvenute nel tempo per effetto dell’invecchiamento.
Le indagini preliminari, che precedono qualsiasi intervento di risanamento, sono finalizzate alla raccolta dati prima della pianificazione, con lo scopo di definire chiaramente gli obiettivi da perseguire. Questo vale per la ristrutturazione di murature in laterizio, calcestruzzo armato, intonaci e parti in pietra naturale. Esistono delle linee guida che consentono di classificare i danni e documentare lo stato reale, permettendo una pianificazione tecnica ed economica degli interventi di recupero.
L’analisi multidisciplinare di un edificio
L’analisi dovrebbe essere condotta su ogni singola area dell’edificio, ma spesso non è sufficiente per ottenere soluzioni razionali ed economiche. Un tema rilevante è il risanamento, che non può essere trascurato nei casi di umidità o sali. È necessario migliorare il bilancio energetico, incrementare l’isolamento termico e affrontare contemporaneamente l’umidità e la presenza di sali. La diagnostica dell’edificio, ramo della fisica dell’edilizia, raccoglie, documenta e classifica lo stato reale degli elementi costruttivi e dei materiali. Si occupa di controllare la composizione della muratura, la condizione del muro (umidità, dispersione, sali, imbibizione), l’adesione dei materiali, la geometria dei pori e le caratteristiche dei materiali da costruzione.
La valutazione dell’efficacia degli interventi di risanamento si differenzia dal concetto tradizionale di diagnostica, che si ferma alla pianificazione. In futuro, questa disciplina dovrebbe diventare uno strumento di misura e comprensione del risanamento, permettendo una pianificazione sistematica e qualificata degli interventi.
Un aspetto essenziale è lo studio della destinazione d’uso dell’edificio, prima e dopo l’intervento, e l’analisi delle condizioni di utilizzo. La documentazione deve includere anche eventuali danni dovuti a errori costruttivi, e la diagnostica dovrebbe fornire indicazioni per eliminarli. Talvolta, una diagnostica precisa e costosa può mettere in dubbio l’efficacia delle contromisure adottate.
Mi sono noti casi in cui, dopo analisi preliminare e bilancio dell’umidità, si è stabilito che i danni erano dovuti a umidità igroscopica e di condensa, portando a costosi interventi di impermeabilizzazione e risanamento, spesso pianificati sulla base di tali riscontri.
In conclusione, le risorse investite nella diagnostica dell’edificio si rivelano nella maggior parte dei casi un investimento produttivo, poiché consentono interventi più sicuri, mirati e, spesso, una riduzione dei costi complessivi.
Principi fondamentali della diagnostica
Prima di descrivere obiettivi e fasi di lavoro, è necessario sottolineare due principi chiave:
· Le basi teoriche della migrazione dell’umidità non sono ancora completamente conosciute. Non esiste una teoria definitiva del trasporto capillare dell’acqua nelle murature disomogenee e cariche di sali.
· La complessità dei fattori che influenzano le murature umide e salinizzate ha impedito lo sviluppo di un metodo uniforme per il risanamento. Mancano normative e direttive codificate per la diagnostica, così come criteri per una diagnosi accurata delle murature umide.
Per questo motivo, dagli anni Novanta è stato introdotto il foglio di istruzione della WTA, con l’obiettivo di aiutare nella pianificazione ed esecuzione degli interventi, descrivere metodi riconosciuti, fornire criteri oggettivi per la valutazione dei danni, e illustrare le basi teoriche e i lavori preliminari necessari.
Le sei fasi operative della diagnostica
1. Sopralluogo del fabbricato: Analisi preliminare e sintesi delle attività di diagnostica.
2. Valutazione dello stato reale e dei danni: Ispezione visiva, analisi dei vecchi progetti e materiale d’archivio.
3. Pianificazione delle indagini: Scelta dei metodi, stima dei costi, rilievi e misurazioni.
4. Analisi in loco e in laboratorio: Studio del tipo di muratura, materiali, grado di umidità e carico salino.
5. Valutazione e diagnosi: Sintesi dei dati raccolti e formulazione della diagnosi.
6. Pianificazione dell’intervento: Definizione delle modalità e delle soluzioni di ristrutturazione.
Il sopralluogo iniziale consente una visione d’insieme delle risorse necessarie e dei relativi costi. La valutazione dello stato e dei danni include rilievi fotografici, disegni, schizzi e test preliminari. La registrazione dello stato e dei danni, insieme all’anamnesi, è essenziale per pianificare le analisi successive, grazie anche all’ausilio di archivi, dove è possibile progetti e vecchie fotografie che forniscono informazioni sul passato dell’edificio.
Diagnostica dell’umidità: fasi operative
· Diagnostica visiva: Rilevamento di segni esterni e alterazioni.
· Diagnostica strumentale: Misurazioni e test con apparecchi diagnostici.
· Diagnostica valutativa: Analisi e interpretazione dei risultati.
È fondamentale che la diagnostica sia seguita da una strategia mirata: diagnosi e intervento devono essere strettamente coordinati.
Esami preliminari e sopralluogo
Nella prima fase della diagnostica sull’umidità e sul carico salino, si evitano metodi onerosi e complessi, privilegiando analisi che consentano di ricavare indicazioni facilmente accessibili:
· Posizione dell’edificio: tipologia, esposizione, eventuale assenza di interrati.
· Struttura e materiali utilizzati nella costruzione.
· Presenza di impermeabilizzazioni orizzontali e verticali.
· Possibilità di aerazione degli ambienti.
· Possibilità di migliorare l’evaporazione e assicurare una rapida essiccazione della muratura.
Già in questa fase è possibile formulare le prime ipotesi di intervento, ma l’obiettivo principale resta la diagnosi oggettiva dell’umidità e dello stato dell’edificio. È importante evitare di collegare prematuramente i risultati dell’analisi visiva a una soluzione sperata, per non compromettere l’imparzialità della valutazione.
Il tipo e la dimensione delle indagini sono determinati dallo stato di degrado e devono essere correlati agli obiettivi da raggiungere. Per il risanamento di murature umide e salinizzate occorre documentare:
· Parte esterna della muratura di interrati: tipo e qualità dell’impermeabilizzazione, difetti, lesioni, presenza di cavità, crepe, contaminazioni, condizioni della platea e sgusce di raccordo, interventi passati, elementi passanti, formazione e aspetto di crepe, fughe, aperture.
· Parte interna della muratura di interrati: tipo e intensità dell’imbibizione, dimensione e aspetto delle efflorescenze, crepe e fessure, danni all’intonaco e pittura, presenza di impermeabilizzazioni interne, condizioni di tubazioni e condutture, eventuali altri danneggiamenti.
Questa prima fase serve a definire metodologia e volume delle indagini sulla base delle analisi visive e dei test preliminari, integrati dall’anamnesi. Il risultato è la scelta della metodologia e degli interventi da intraprendere; se necessario, si prevede il prelievo di campioni per analisi di laboratorio. La quantità e il tipo di prove sono determinati da un tecnico esperto in base all’entità dei danni, ai materiali impiegati e agli interventi precedenti, tenendo presente il principio di minimizzare la distruzione della sostanza edile. Nei monumenti storici e nelle vecchie costruzioni si preleva quanto basta per ottenere risultati certi, evitando danni inutili.
In conclusione non deve mancare:
• determinazione e valutazione dello stato di fatto dell’edificio, in relazione all’aspetto statico e costruttivo, ai materiali edili usati e alla fisica dell’edilizia;
• decisione, se in alcuni casi che riguardano la sicurezza e altri lavori specializzati, è necessaria la collaborazione di specialisti;
• pianificazione e valutazione delle misure di risanamento soprattutto riguardo i campi di applicazione e i loro limiti;
• realizzazione di un indice delle prestazioni che verranno fornite e valutazione della loro fattibilità tecnica, efficacia e durabilità;
• valutazione della competenza tecnica della ditta incaricata e del personale in loco.

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